Clienti,  Patrimonio

TFR

Caro Risparmiatore,

l’argomento pensione interessa un pubblico sempre più ampio: i baby boomers (quelli più coinvolti dalla riforma Fornero), i più giovani che anche se meno sensibili risultano più toccati dall’ argomento, e infine i più grandi che, anche se già in pensione, hanno figli o nipoti e sono preoccupati per il loro futuro.

Ho quindi piacere di tornare su un argomento che considero molto importante ma sul quale l’attenzione del settore si è ridotta.

Le soluzioni che ha per il proprio TFR un lavoratore dipendente sono tre:

Guardiamo le differenze tra: lasciare il TFR in azienda, investirlo nel Fondo di Categoria oppure in un Fondo Individuale di Previdenza

–        Il TFR in azienda ha una rivalutazione legata all’inflazione più 1,5% e negli ultimi anni con una bassissima inflazione non ha raggiunto il 2% di incremento. ( Vedi allegato ISTAT )

–        I fondi Negoziali (o di categoria ) hanno per la maggior parte una gestione molto prudente e con i bassi tassi del mercato obbligazionario solo in pochi casi hanno avuto un rendimento superiore al 5% (vedi allegato Fondi Negoziali).

–        I Fondi Pensione Aperti o Fondi Individuali di Previdenza ( FIP ) con una gestione più dinamica hanno superato abbondantemente i precedenti.

  • Esempio: Previgest Mediolanum: 9,21% in 1 anno; 19,29% a tre anni e 54,75% in 5 anni (vedi allegato Fondi Aperti).

Quindi: se hai ancora il TFR in azienda rifletti se mantenerlo anche per i prossimi anni; se hai un fondo di categoria valuta la linea di investimento e il fondo stesso perché il tuo domani dipende dalle scelte di oggi.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento, per te, i tuoi cari o incontri collettivi in azienda con i dipendenti.

La prossima e-mail sulla previdenza interesserà la categoria dei lavoratori autonomi,  liberi professionisti a partita IVA e gli amministratori.

Saluti.

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