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Il bombardamento di notizie ci fa correre dei pericoli, per questo è importante saperle leggere

Ormai conoscete la mia personale campagna di sensibilizzazione contro l’inquinamento mediatico.

Il bombardamento indiscriminato di notizie dalla televisione, dai giornali e dal web, ci fa correre dei pericoli: per questo è importante imparare a leggerle.

Finalmente ho trovato l’esempio perfetto per dimostrarvelo.

Guardate questa foto:

La stessa testata giornalistica, in un articolo firmato da Emma Bonotti, il 19 luglio titola «Ecco perché i metalli preziosi SALIRANNO nel prossimo trimestre».

Il 25 luglio, solo sei giorni dopo, Angelica Romani scrive «Ecco perché i metalli preziosi SCENDERANNO nelle prossime settimane». L’esatto contrario, a una sola settimana di distanza!

La prima domanda che mi viene da pormi è: cosa farà un risparmiatore che legge la prima notizia? E uno che legge quella di alcuni giorni dopo?

Nella mia professione tocco con mano l’effetto che la pressione mediatica può avere sui clienti.

Il mio interesse, professionale e anche personale, verso l’influenza che i media possono avere sui pensieri delle persone mi spinge ad approfondire il tema ogni volta che incontro giornalisti o scrittori, oppure quando parlo con docenti o specialisti della comunicazione, con sociologi o esperti di web, di navigazione e utilizzo delle piattaforme.

Da queste preziose riflessioni, ho tratto alcune considerazioni che voglio condividere con voi.

1) Il mondo dei media, come tantissimi altri, è stato colpito dalla digitalizzazione e per questo ha attraversato una forte crisi dalla quale sta cercando di risollevarsi. I costi sono anche per loro una voce da tenere sotto controllo: la paga dei giornalisti è la più semplice da comprimere, vista la vasta offerta.

Spesso i media digitali si avvalgono di giovani free lance che si prestano a lavorare a basso prezzo per ottenere visibilità ed esperienza in attesa di un incarico più stabile. Possono essere laureati in discipline umanistiche che scrivono di Medicina o Economia, o giovani neolaureati in ambito economico per i quali vale di più inserire Milano Finanza nel curriculum che non quello che scrivono.

Ma altrimenti come si possono riempire tutti i giorni intere pagine di notizie spendendo poco?

Un utile accorgimento è cercare di capire chi ha scritto quell’articolo o post, le sue competenze e la sua esperienza per parlare di questi argomenti.

2) Viviamo in un ambiente con un forte “inquinamento mediatico”: spesso oggi la notizia o l’informazione non è più l’oggetto del messaggio, ma siamo noi.

Siamo noi la merce utilizzata per aumentare audience o click su una pagina web, per raccogliere i dati di navigazione oppure per condizionare i pareri e ancor peggio i giudizi.

La quantità di fake news (oltre il 50%) che gira on-line rende necessario imparare ad andare in profondità per non rischiare di essere come una zattera abbandonata alla corrente.

Per aiutare a decifrare i messaggi una domanda semplice ci può aiutare:

Chi paga questa notizia? Se la notizia vi ha raggiunto gratis, al posto del denaro avete dato qualcos’altro.

Dobbiamo comprendere che se vogliamo un dato chiaro, un’informazione pura, dobbiamo cercarli nei posti giusti: dobbiamo comprarli e poi avere le capacità di interpretarli.

3) L’obiettivo principale dei media, ormai, è vendere copie o visualizzazioni più che fare vera informazione.

Il mezzo più facile per essere letti e condivisi è quello del sensazionalismo: titoli forti che invoglino a fermarsi sulla pagina e a cliccare sull’articolo, che spesso però manca di approfondimento ed esattezza.

La ricerca di consigli su come gestire il proprio denaro non può essere fatta leggendo i giornali: è meglio affidarsi a professionisti il cui vero obiettivo è assistere il Cliente nella gestione del proprio patrimonio, rispondendo con chiarezza alle richieste di sicurezza e rendimento, in modo da continuare a lavorare insieme per gli anni a venire.

Stiamo all’erta: a volte non è facile capire se siamo prede o cacciatori.

Buona lettura.

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